Giovedì 16 aprile (ore 21) al Teatro Binario 7 di Monza, secondo appuntamento con PoesiaPresente “Classica Contemporanea” dedicata ad Ungaretti, con la partecipazione dei poeti contemporanei Fabio Orecchini e Adriano Padua e del sound designer David Rossato.
Nella lezione/spettacolo scritta e interpretata da Dome Bulfaro con la regia di Enrico Roveris, grazie alle letture sceniche di poesie e carteggi, ai documenti video e agli audio d’epoca, si ripercorrerà la vita di Giuseppe Ungaretti entrando nella sua poetica: il poeta che con i suoi versi ha immortalato la tragica esperienza della Grande Guerra, ha incarnato il “sentimento del tempo”, cercando di trascendere la propria epoca, nell’ostinata ricerca di quell’inesprimibile nulla che solo si può cogliere tra un fiore colto e l’altro donato. Una lezione-spettacolo che sonderà anche la produzione meno divulgata di Ungaretti, eppure non meno folgorante. Si narrerà la “Vita d’un uomo” che con la sua poesia ha inteso consegnarci la sua migliore biografia.
“Vita d’un uomo” che, per quanto costellata dal dolore fin dall’età di due anni, vince con quel nulla d’inesauribile segreto che vive nella poesia. Ed è questo, infatti, il tema dell’intervento del primo ospite d’eccezione di questa lezione-spettacolo: Adriano Padua. “Il nulla che resta”, così s’intitola il suo intervento, evidenzia l’inesauribile segreto della poesia espresso mediante l’applicazione di metodi combinatory, riferimenti epistolary e procedimenti di sottrazione riconducibili al lavoro formale del poeta nato ad Alessandria d’Egitto.
Il “Grido di dolore” di Ungaretti sarà invece ragione d’interconnessione con la poesia di Fabio Orecchini (ROMA), che con la sua installazione / Performance dal titolo “Terraemotus” (con voce e suoni del progetto musicale Pane con cui collabora) ci narra come porsi nell’abisso_l’epicentro, tracciare un nesso, col mondo della realtà superstite, la memoria estromessa: ricucire la frattura, lo iato tra rimozione e rigenerazione, tra scrittura e storia, la faglia emersa della gola: spalancare la bocca, seppur l’ultima, inseppellibile che slarga, rantola, si fagocita nel dirsi. Sismografie, mani dissepolte, del grido i paesaggi.
Spazio anche al talento del sound designer di Arcore David Rossato che proporrà atmosfere alchemiche che attraverseranno l’intera serata.
Il compositore e musicista Rossato, inoltre, presenterà per la prima volta pubblicamente l’opera “Ictus #16” (appena pubblicata su CD nella rivista “In Pensiero” n° 9) realizzata a quattro mani con Dome Bulfaro (testo e voce) che, per timbro profetico e proverbiale, ben risuona nella “Terra Promessa” e nelle “Apocalissi” composte dall’ultimo Ungaretti.
1 commento su “ClassicaContemporanea/2: UNGARETTI, quel nulla d’inesauribile segreto”
I commenti sono chiusi.