Stephen Watts è nato a Londra nel 1952 da padre inglese e madre camuna. All’inizio degli anni Settanta ha lavorato come pastore sull’isola di North Uist nelle Ebridi, e dal 1976 vive a Whitechapel nell’East End di Londra. Ha pubblicato quattro libri di poesie (The Lava’s Curl, Gramsci & Caruso, The Blue Bag, Mountain Language/Lingua di montagna), alcune delle quali tradotte in italiano, sloveno, ceco, persiano, spagnolo, finlandese e arabo, e curato diverse antologie (Houses & Fish, un libro di disegni con testi scritti dai bambini; Voices of Conscience, una raccolta internazionale di liriche scritte da poeti sotto censura; Mother Tongues, un numero speciale del periodico Modern Poetry in Translation; Music While Drowning, un’antologia di poesia espressionista tedesca). Tra le traduzioni pubblicate, Modern Kurdish Poetry (Endangered Languages and Cultures, Università di Uppsala), Six Slovenian Poets (Arc Publications 2006), All My Young Years, poesie di Avrom Stencl (Five Leaves 2007), Sonata For Four Hands, poesie di Amarjit Chandan e Ljubljana, poesie di Meta Kušar (entrambe edite da Arc 2010); tra i lavori in preparazione, una nuova edizione ampliata dell’antologia Mother Tongues e la pubblicazione in rete della sua bibliografia completa della poesia moderna in traduzione inglese. Ha partecipato a numerosi festival internazionali di letteratura e lavorato molto nei programmi di scrittura di scuole e ospedali; ha creato con la HI-Arts di Inverness un progetto incentrato su questioni di suicidio e sopravvivenza, e gestito per dieci anni il Multicultural Arts Consortium di Londra; in collaborazione con suo figlio Michael ha realizzato una poesia-video ambientata nella memoria fratturata delle Alpi italiane.